Arrivare alle nove di sera con una voglia di scrivere incontrollabile. Scrivere con la musica di sottofondo, una canzone appena scoperta che già mi piace, pensieri e parole che affollano la mente e l’unico modo per lasciarle andare è affrontare la tastiera. E così gettare sulla pagina bianca parole e parole.
"Sfiorarsi l’anima è maledettamente pericoloso, e così si bypassa il cuore e si sfiora il cervello. Si spera così di razionalizzare un po’ per quel che si può il fiume di pensieri. Ma fino a che punto si è pronti a spingersi pur di nascondersi emozioni e paure? Buttare la polvere sotto il tappeto invece di spalancare le finestre. Ignorare il cordone ombelicale mai tagliato con certi posti e continuare a inciamparci. Socchiudere porte di ripostigli invece di entrare e fare pulizia. Alla fine si va in overdose di emozione non dette, sentimenti taciuti e paure. Si fa un’ indigestione di sé stessi. Alla fine. Ma la fine non è fine in realtà, ma solo il punto di partenza per iniziare a fare quello che si sarebbe dovuto fare molto tempo prima: pulire il cuore e farlo vivere, anche se fa male, così intorpidito, tagliare i cordoni e lasciare entrare la luce."
Fine ai pensieri serali delle 21
"Pensieri da block notes nero, quello da tenere sempre in borsa, vecchio e con la copertina penzolante. Quello su cui riversare le parole impazienti e scarabocchi comprensibili solo a sé stessi. Spesso sono solo parole e simboli buttati lì, storie in potenza e che nasceranno, ma non ora, Ora è troppo presto, in anticipo rispetto a te, perfino. Aspettare a volte è l’unica strada, la più sana per maturare un altro po’ dentro. Solo un pizzico ancora e ancora. Metto le virgolette all’inizio del paragrafo e le chiudo qui."
Fine vera dei pensieri delle 21
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