If you can’t eat, just write.

domenica 22 settembre 2013

Treno e vita, quasi la stessa cosa

Fare la valigia e partire. Per sé stessi. E un po' anche per gli altri. Ma soprattutto per staccare la spina col proprio mondo per qualche giorno. Il rumore del treno aiuta a distrarsi e le storie che ogni giorno porta su e giù per l'Italia aiutano a non pensare alla propria. Ogni persona incontrata solo per qualche ora ha un bagaglio di attimi e parole che si porta dietro proprio come te. E così ci si sente meno soli, nonostante le poche parole di circostanza scambiate con il proprio vicino: "Deve passare?" "Scusi, mi può aiutare con la valigia?". In quel vagone pieno di persone, dall'uomo d'affari alla famiglia di turisti stranieri, tu sei uno dei tanti che quel giorno ha preso il treno e ha deciso di mescolarsi agli altri, di scambiare qualche parola con volti che non si vedranno mai più. Si può essere chi si vuole sul treno, anche la persona che si tiene più nascosta per paura che sia troppo. Quella che si ritaglia ben cinque ora per leggere un romanzo spettacolare tutto di un fiato con la musica nelle orecchie, che osserva la varietà di vite che ci sono in giro e capisce che la propria è una delle tante e proprio per questo è unica, che raccoglie le proprie cose in una valigia e in una grande borsa grigia e si rende conto che nonostante il peso riesce a portarle su e giù, "by her self". 
Alla fine della corsa scendere un po' diversi rispetto a cinque ore prima quando si aveva paura di perdere il treno. Catapultata in una stazione enorme e frenetica, rumorosa e piena di inizi e addii. Sentirsi un puntino, ma un puntino che ce la fa da solo a cominciare da queste piccole cose. 

Giulia

Nessun commento:

Posta un commento