If you can’t eat, just write.

martedì 4 marzo 2014

#2 Istantanee Di Vita

Non riusciva a smettere di correre. I vestiti fradici lo rallentavano ma non lo fermavano; i capelli, anch’essi bagnati, gli coprivano il volto; i lacci infangati lo fecero inciampare più volte, impigliandosi a tutto ciò che incontravano, quasi a voler arrestare quella corsa disperata.
Ma lui correva, correva ancora. Sembrava che il ciondolo che teneva al collo stesse aumentando di peso, la catenella stringeva sempre di più, la pressione del metallo sul petto stava diventando insopportabile: sembrava volesse perforarlo, e più imprimeva la sua forma sulla pelle, più rendeva nitidi e indelebili i ricordi legati alla persona a cui era appartenuta.
Doveva continuare a correre, ma prima si sarebbe liberato di quella collana. La strappò via con un gesto deciso e isterico, ma non ebbe il coraggio di gettarla via: la mise in tasca, come se volesse nasconderla a se stesso.
Correva ancora: invece di perdere fiato, sembrava riacquistarlo; il bruciore alle ginocchia e al gomito destro, la protesta sottoforma di dolore dei muscoli, il vento gelido che gli sferzava il volto… non si era mai sentito così vivo. Non poteva fermarsi, non ne era in grado: dal momento in cui aveva iniziato a correre, aveva smesso di pensare e non era disposto a ricominciare a farlo, non era ancora pronto; forse non lo sarebbe mai stato. Da cosa fuggiva? Un po’ da tutti, un po’ dal Mondo.
Si stava stancando, la fatica iniziava a farsi sentire davvero: accelerò il passo. Sentiva che stava per arrivare, la meta era vicina, la catarsi ultimata. Imboccò la strada di casa, riconosceva già il suo vialetto. Ora iniziava a sentire suo figlio che rideva, stava guardando il suo programma preferito; vide la sagoma della moglie che stava raggiungendo il figlio in salotto.
La corsa era finita, era pronto a riaffrontare la vita.
“Amore, sono a casa!”


Ilaria

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